E' furnuta à zizzinella!
Considerazioni sull'Ascensione di Cristo
Maggio 2018
di Rino Borriello

Nel corso dei secoli sono state prodotte centinaia di interpretazioni delle sacre scritture e dei fatti della vita di Gesù.  Questo mi autorizza, in quanto credente, a dare la mia personale interpretazione degli episodi narrati, nella speranza di poter offrire motivi di discussione per una comune crescita.
Sono un agronomo, non un teologo, ma credo che ognuno di noi abbia la libertà di proporre all’attenzione di chi vorrà leggerle, le proprie considerazioni, pur distaccandosi dalla protervia di atteggiamenti sapienziali.

Oggi si celebra la memoria dell’ASCENSIONE di CRISTO al CIELO, un punto importante di tutta la vicenda cristiana, anche se non inedito. Di fatto, in molte religioni si fa riferimento ad esseri umani che, ad un certo punto della loro vita, sono stati letteralmente “rapiti” nelle sfere celesti: il profeta Elia; Enoch un patriarca antenato di Noè; la Vergine Maria, pare pure San Giuseppe, benché le dispute teologiche su quest’ultimo caso siano ancora accese. L’Islam riporta dell’ascensione di Maometto e l’Induismo quella del re  Yudhisthira. E poi Ganimede, Ercole e Dioniso.
Tutti sappiamo del rapimento in cielo di Romolo, re di Roma, che poi fu divinizzato col nome di Quirino. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
Anche l’Ascensione di Cristo, potrebbe quindi rientrare nel più classico dei modi con i quali si può concludere la vita di un personaggio da divinizzare.

Ciò che però mi spinge alle considerazioni che esporrò, è quel che Egli, nell’andarsene, ci ha lasciato in eredità: quattro parole, ma pesanti come macigni

Non è un addio, quello del Cristo che ascende al Cielo e che, a tutti gli effetti, pare ritornarsene nella sua patria beata, distaccandosi dalle cose della terra. Le sue parole sono un vero e proprio passaggio di consegne all’Uomo, riguardo alla responsabilità del proprio essere ed agire da credenti.
Con l’Ascensione finisce il tempo della “visibilità” di Cristo e si inaugura quello della Fede.
D'ora in poi, non ci saranno più matrimoni in cui l’acqua verrà tramutata in vino, né moltitudini sfamate con appena quattro pesci e due pani. Tutto diventerà più umano, più credibile, più scontato ed ognuno riceverà quel che avrà seminato. Senza sconti!

Continueranno ad esserci i regolamenti delle varie Religioni con le loro cieche certezze, basate su Leggi umane, non sempre civili ed eque. Resterà anche il male ed i suoi tormenti, ma resta pure la Libertà ed il coraggio di affidarsi ad un’altra certezza infusaci dal Cristo, quella di essere lui il “Padrone del sabato” e non viceversa.
D’ora in avanti la Fede in Cristo si spoglierà di tutte le edulcorazioni e chiamerà in causa ognuno dei credenti sul tema della propria responsabilità nei confronti di Dio e degli altri esseri umani. Le cose non saranno facili, né felici, e la coerenza fra Fede professata e Fede vissuta, imporrà scelte radicali a seguito delle quali ci si potrà trovare poveri, emarginati, non accolti, non desiderati e, molte volte, anche poco simpatici.  Come secoli e secoli dopo avrebbe poi  cantato Caterina Caselli, la verità farà male e si preferirà tacitarne i promulgatori.

La chiesa che ne scaturirà sarà libera anche di ammantarsi di sacralità, ma non sempre saprà essere spirituale, coerente, onesta: il più delle volte al rigore imposto dalla Fede, si preferiranno le ipocrisie, i paraventi, i riti, la superficialità, la fenomenologia dei miracoli, la comodità del perbenismo, la lotta per il potere ed il suo esercizio.

Così pure nella società civile.
I deboli resteranno esposti ai soprusi e guarderanno il Cielo nella speranza di ricevere giustizia. La riceveranno? E chi può saperlo!...
Il Cristo ritornatosene lassù, sarà spesso confuso con il mito, con il genio della lampada, quello che si può chiamare a risolutore dei nostri bisogni; quello che si potrà pure imbrogliare con una religione di facciata ed anche travestire con il volto di mille santi, ognuno con la propria specificità nel risolvere i vari problemi del vivere.
Si moltiplicheranno le madonne, ma ci si guarderà bene dal seguire il valore e l’esempio di Maria: troppa umiltà, troppa rettitudine, troppa radicalità, troppo silenzio!
Sì, Il silenzio, qualità necessaria alle persone di pensiero e di spiritualità, lascerà il posto al chiasso, al rumore, al vaniloquio, alla spregiudicata interferenza degli uni nella vita degli altri. Soprattutto, si giudicherà!
Ognuno seguirà la sua di Legge, dimenticandosi del vero Padrone della Legge, e del rispetto, e della vera solidarietà.
Ci si dimenticherà di essere persone perbene, ma si farà di tutto per sembrarlo.
Un quadro triste dunque, ma, signori cari, è questo il quadro della nostra società.

Eppure, l’Ascensione di Cristo ci consegna anche un’altra certezza, quella della continua presenza di Cristo nella vita dei veri credenti.
Cristo ci invita ad essere responsabili e ci toglie ogni scusante per la debolezza e per la rassegnazione.
La sua promessa «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» ci garantirà il suo sostegno solo se le nostre azioni saranno compiute in linea con un credo che guarda all’uomo dal suo interno, per poi espandersi in tutto il nostro vivere.
Oggi, per chi crede nel Cristo, è un giorno importante, perché ci chiama ad una scelta matura, radicale, adulta, forti solo di una promessa, di una parola ascoltata dai testimoni di allora e trascritta in libri che, in seguito, abbiamo chiamato sacri.
Cristo è qui ed ora, ma non sta dove noi crediamo che stia, o dove noi pensiamo di averlo potuto ingabbiare.
Non alludo certamente ai Tabernacoli, ma alle nostre derive comportamentali, che giustificano le peggiori nefandezze e il lassismo sociale; che assolvono anche il male, illusi di poter poi contare su un appoggio divino, estorto magari in confessione, con la gratuità facilonistica con la quale si reitera il male apportato agli altri con i nostri comportamenti: due Ave, un Gloria e tutto passa! magari un rosario, va!.

Cristo c'è, ma sta dentro al nostro rinnovamento mentale, spirituale ed umano e se questo rinnovamento non c’è, sarà inutile far parte di squadristi privi di amore che si autodefiniscono “sentinelle” di valori ideologici: se l’uomo non saprà liberarsi dalle proprie catene e dalle proprie bende, sarà inutile che invochi un Dio da sempliciotti perchè Dio semmai ama la semplicità, non la semplicioneria!

Quante volte abbiamo letto la frase dei salmi: “Cantiamo un canto nuovo”. Ecco è quel canto che bisogna cantare per aderire al Cristo, perché di sdolcinate canzoncine pietistiche, non ne potrà più nemmeno Lui.

Sono finiti i giochetti, con l’Ascensione restiamo liberi di agire nel bene e nel male, a favore o contro gli altri; liberi di creare circoli o ghetti, di accogliere o di espellere; liberi di custodire e curare la Natura o di sfruttarla per i nostri fini egoistici basati sul calcolo e sull’ignoranza. Saremo liberi di amare o di possedere, di accarezzare o di graffiare.

Dio, e la storia lo insegna, non interviene quando l'uomo decide di praticare il male nei confronti di un altro uomo. Lo ha vietato per sempre nel suo decalogo, definendo una volta per tutte come e con cosa retribuirà i perfidi, i violenti, gli adulatori del potere e della falsità.L’uomo, dall'Ascensione di Cristo, saprà di essere il solo responsabile delle proprie azioni e delle proprie scelte.

È quindi iniziato il periodo della maturità, e ciascuno sarà chiamato a risponderne nella propria vita sociale, spirituale, professionale, sentimentale.
È iniziato il periodo del nostro impegno con Dio che restituisce, ad ognuno di noi, la responsabilità nei confronti della storia, di quanto le nostre azioni ed il nostro pensiero l’abbiano fatta crescere e sviluppare o se l’abbiano invece costretta in stasi retrive ed in pericolose derive sociali. 
A Napoli diremmo che, con l’Ascensione del Cristo, “è furnuta à zizzinella!
Rino Borriello


ARTICOLI PIU' VISUALIZZATI
Verde Pubblico
PIANIFICARE, PROGETTARE, GESTIRE IL VERDE URBANO Convegno organizzato dall'ODAF di ORISTANO"
Sviluppo
CONVEGNO SULLA SOSTENIBILITA' DELLE AREE INTERNE"
Ambiente
Carta della natura: l’Irpinia è il cuore verde della Campania"
Pubblicazione
Agronomi contro il Dissesto Idrogeologico"
Ambiente
Il Fuoco dei Poteri "
Piano Regolatore
PIANO REGOLATORE GENERALE del Comune di NUSCO (AV)"
P.S.R. Mondo Agricolo
La Nuova Normativa Vitivinicola"
ASSOCIAZIONI
CONALPA
QUADERNI VESUVIANI
AIVEP
COLLEGAMENTI ESTERNI
Articolo CONALPA Fratello Albero
HARPO